“La frattura da stress è causata da un carico eccessivo e prolungato nel tempo, in cui viene a mancare l’omeostasi tra osteoblasti ed osteoclasti, con conseguente alterazione dell’equilibrio osseo. La vediamo infatti negli atleti di endurance, che solitamente vanno incontro ad un aumento del carico di lavoro in un periodo di tempo concentrato”.
Per 6 mesi Liane Lippert ha dovuto lottare con questo inusuale, e per questo non facile da interpretare, infortunio. Un dolore provato in allenamento a dicembre aveva fatto scattare l’allarme, è rimasta un paio di settimane senza bicicletta, ha ricominciato ma il problema non era passato. È andata avanti così per diverse settimane, mesi, fino ad aprile, quando finalmente ha cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel.
L’atleta tedesca della Movistar è tornata alle corse, ma i colpi del talento ammirato lo scorso anno non si sono mai visti, fino ad oggi, nella Tappa 6 del Giro d’Italia Women 2024, la più lunga coi suoi 159 km da San Benedetto del Tronto a Chieti. In una frazione senza un metro di pianura, Lippert si è ritrovata davanti quasi per caso, in discesa dopo la salita di Penne, quando la caduta di Elise Chabbey (Canyon/SRAM) ha dato modo a lei, Erica Magnaldi (UAE Team ADQ), Ruth Edwards (Human Powered Health) e Ane Santseteban (Laboral Kutxa-Fundacion Euskadi) di salutare il gruppo e prendere il largo.
Dietro Elisa Longo Borghini (Lidl Trek) è stata ben contenta di lasciar andare le attaccanti, piuttosto di doversi giocare gli abbuoni con un’atleta potentissima come Lotte Kopecky (SD Worx) e rischiare di perdere la Maglia Rosa, dal momento che alla belga bastavano 4 secondi per volare in vetta alla classifica. Così Lippert, salendo verso Chieti, ha resistito al forcing di Magnaldi e poi ha infilzato lei e Edwards in una volata a tre. Sì, ora può davvero riprendere la sua carriera da dove l’aveva lasciata prima della frattura da stress.