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Ultima tappa tranquilla prima del trittico finale che determinerà la classifica del Giro. Si attraversa l’Appennino Umbro-Marchigiano toccando Pergola e Sassoferrato prima di entrare nella via Flaminia che con le sue continue ondulazioni in progressiva discesa porterà fino all’arrivo. Finale molto veloce in città. Arrivo a Foligno come per le precedenti edizioni della Tirreno-Adriatico o del Giro d’Italia.
Ultimi km
Ultimi chilometri completamente pianeggianti. Costituiti dallo svincolo della ss.3 seguito dal lungo rettilineo di via Roma che immette nell’ultima curva a 250 m dall’arrivo. Retta finale su asfalto di larghezza 8 m.
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info turistiche
Città di:
Frontone
Panoramica
Il comune di Frontone si trova nella Provincia di Pesaro e Urbino, al confine con quelle di Ancona e Perugia, ai piedi del Massiccio del Catria, dove, durante la stagione invernale, sono operativi gli impianti a fune del monte. L’intero territorio è adatto per escursioni a piedi, in mountain bike o con le ciaspole.
Gastronomia
La crescia di Frontone è De.Co. Ha ottenuto la denominazione comunale di origine. A far ottenere il prezioso riconoscimento voluto dal Comune perché «cristallizza una ricetta e la consegna al futuro» – spiega il sindaco Passetti – è stato lo storico dell’enogastronomia Piergiorgio Angelini su incarico del Comune. Le sue ricerche hanno codificato questo “antico pane azzimo schiacciato” usato dagli eserciti, dai popoli nomadi, dai ceti più poveri perché si cuoceva nel focolare. Per meritare il titolo deve avere una consistenza morbida, leggermente friabile, un diametro tra i 20 e i 25 centimetri ed essere spessa tra i 3 e i 5 millimetri. «L’aggiunta all’impasto di condimenti come strutto, uova, sale, pepe e, a volte, anche elementi dolcificanti – commenta – distingue le cresce dalle semplici piade fatte con farina, acqua, poco sale e fa pensare alle focacce sacrificali offerte agli dei pagani.»
Comunque, che Frontone sia il feudo della crescia è cosa risaputa. Attira oltre 20mila golosi ogni anno nei due locali storici nel borgo medievale del Castello. “È solo farina, uova, strutto e sale” precisa la cuoca Catia della “Taverna della Rocca”. “Il segreto è nella cottura – aggiungono Fausto e Marta del “Ristorante Amabile – “Niente testo, teglia, padella. Si cuoce sulla graticola, a pochi centimetri dalle braci e la legna proviene dal Monte Catria donandole quel profumo che la contraddistingue.” Tempi di attesa ridotti al minimo, si porta ovunque ed è farcita di salsiccia, salumi, formaggi, erbe di campo.
CASTELLO DELLA PORTA DI FRONTONE
I primi documenti che parlano del Castello e della Comunità civile di Frontone risalgono all’undicesimo secolo e la sua storia è legata a quella delle signorie di Cagli, Gubbio e Urbino. Il Castello, possente costruzione arroccata sulla cima di un ripido colle, testimonia ancora un passato ricco di storia e nobiltà.
Dal 2001, anno della sua riapertura, numerosissimi sono state le mostre, i convegni, i matrimoni, i concerti e le occasioni che hanno permesso di rendere vivo il Castello di Frontone, inteso anche come contenitore di idee, e anche tutto il comune.
MADONNA DELL’ ACQUANERA
Ci troviamo al Santuario della Madonna dell’Acquanera, alle pendici del Monte Acuto, appartenente al massiccio del Monte Catria, a circa 700 m. sul livello del mare.
Il Santuario della Madonna dell’Acquanera è conosciuto ovunque e la popolazione frontonese è da sempre particolarmente attaccata e devota alla Madonna dell’Acquanera. Un esempio: tanti frontonesi hanno a casa una copia del quadro con la Madonna dell’Acquanera! L’origine dell’eremo sembrerebbe risalire all’anno Mille e da quel momento fino al 1800 è oggetto di un continuo passaggio di proprietà tra la Chiesa e il Monastero di Fonte Avellana a causa delle difficoltà di manutenzione dell’edificio.
Foligno
Panoramica
Foligno, al Centro dell’Umbria e dell’Italia, in posizione pianeggiante, come da tradizione viene definita anche Centro Del Mondo. Snodo di importanti vie di comunicazione stradali e ferroviarie, la città è attraversata dal fiume Topino. Presenta un vasto territorio con frazioni disseminate sulle alture circostanti e nella prospiciente pianura.
Come attestano iscrizioni e tradizioni religiose, il territorio di Foligno fu abitato in epoca preromana da popolazioni umbre. La penetrazione romana avvenne con la realizzazione della via Flaminia. L’etimologia del nome sarebbe da collegarsi ad un’origine sacrale con riferimento all’esistenza del culto della dea Fulginia.
La posizione centrale ed il facile accesso alle vie di comunicazione hanno favorito lo sviluppo delle attività economiche e industriali, in particolare in campo ferroviario, aeronautico e commerciale. Tradizionalmente Foligno, fin dall’antichità, è stata una città dedita ai traffici. San Francesco scelse la piazza del Mercato (attuale Piazza Della Repubblica) per compiere il celeberrimo gesto che ha inaugurato il suo cammino evangelico: vendere le stoffe e il cavallo per riparare la chiesetta di San Damiano. Foligno è legata anche alla figura di Dante di cui quest’anno ricorrono i settecento anni della morte: è infatti proprio a Foligno che nel 1472 venne stampata per la prima volta la Divina Commedia.
Il visitatore che viene a Foligno può godere dell’ospitalità dei suoi abitanti, della buona cucina, degli ambienti tipici dei vicoli che sfociano in ampie piazze, dei monumenti storici, architettonici e dei numerosi Palazzi signorili che contraddistinguono il suo Centro Storico tant’è che Foligno è conosciuta anche come “Città dei Palazzi”. Nei mesi di giugno e settembre il visitatore potrà assistere alla Giostra della Quintana, una sfida equestre tra i rioni della città che si contendono il palio e al Corteo Storico in sontuosi abiti seicenteschi.
Non da meno la possibilità di interessanti escursioni alla scoperta di attrazioni naturali, paesaggistiche e storiche del territorio collinare e montano (Valle Del Menotre con i borghi di Pale e Rasiglia, l’Abbazia di Sassovivo e l’Area Protetta del Parco Regionale di Colfiorito).
Gastronomia
Foligno conserva buona parte delle tradizioni culinarie e segue un ritmo segnato dal tempo, assecondando i cicli stagionali legati alla produzione agricola.
Offre simpatiche e gustose occasioni ai cultori della gastronomia fatta di prodotti semplici e qualificati e per questo anche rari. Le produzioni agricole folignate mantengono la loro squisita originalità come i fagioli di Cave, i “Gobbi” (cardi) , il pomodoro a cuore e il profumo e la fragranza particolare dell’olio EXTRAVERGINE di oliva ottenuto dalla varietà moraiolo tipico di queste zone.
Si produce anche miele millefiori con il nettare di più specie botaniche: girasole, castagno, acacia ecc.
Nell’altopiano di Colfiorito l’agricoltura ha saputo sopravvivere grazie alla specializzazione delle sue produzioni come la patata rossa, i latticini, i cereali tipici come il farro e gli originali legumi come le lenticchie e le cicerchie.
I piatti caratteristici di Foligno sono: Strangozzi al tartufo, Tagliatelle e gnocchi al castrato, Piccione alla folignate, Trota del Menotre in porchetta, Pizza al formaggio con salame, Lenticchie e Patate rosse di Colfiorito.
Delizia del palato e specialità locale è la Rocciata, tipico dolce folignate, costituito da una sottile sfoglia di pasta a base di farina di grano che avvolge un impasto di noci, zucchero, olio d’oliva e mele, a cui è possibile aggiungere altri ingredienti come alchermes, cacao, uva sultanina, fichi secchi, cannella e pinoli a seconda dei gusti o della fantasia dei pasticceri.
Vino e Bevande
Foligno è al centro di importanti zone di produzione vitivinicole quali il sagrantino di Montefalco secco e passito, il Rosso di Montefalco, il Grechetto (Bianco) e il Trebbiano (Bianco).
Punti di Interesse
Provenendo dalla Stazione ferroviaria o giungendo da sud Foligno si apre ai visitatori con Porta Romana, una delle sue quattro porte di accesso. Nello slargo prima della porta è posta la statua marmorea del maggior pittore di Foligno: Niccolò di Liberatore detto l’Alunno (1430-1502).
Inoltrandoci nella città dalla via principale di Foligno (Corso Cavour) cuore della vita commerciale e mondana si arriva alla “Piazza Grande” ovvero Piazza della Repubblica dove si affacciano i principali edifici e monumenti: la cattedrale di San Feliciano (patrono di Foligno), Palazzo Trinci sede del museo della città e ricco di un importante ciclo di affreschi attribuito a Gentile da Fabriano e ai suoi collaboratori; il Palazzo del Podestà, Palazzo Orfini sede della tipografia folignate dove, in collaborazione con il tedesco Numeister, è stata stampata la prima edizione della divina commedia e oggi sede del museo della stampa. Chiude la serie l’imponente Palazzo Comunale sovrastato dal torrino ricostruito dopo il rovinoso crollo con il terremoto del 1997.
Proseguendo poi per le vie principali del centro si possono ammirare: l’Oratorio del Crocifisso con accanto l’Auditorium San Domenico e Palazzo Candiotti, sede dell’Ente Giostra Quintana e del nuovo museo immersivo della Quintana, fino ad arrivare a Piazza San Domenico con la Chiesa di Santa Maria Infraportas, la più antica della città.
Altro gioiello è l’Oratorio della Nunziatella con l’affresco di Pietro Vannucci detto il Perugino.
Per gli amanti dell’Arte contemporanea è possibile ammirare la “ Calamita Cosmica”, una gigantesca scultura che misura 24 m. di lunghezza, 9 di larghezza e quasi 4 di altezza. L’opera è di Gino De Dominicis ed è collocata all’interno dell’ex Chiesa della SS.Trinità in Annunziata. Inoltre il CIAC (Centro d’Arte Contemporanea) offre delle mostre molto interessanti.
Il territorio folignate e i suoi luoghi d’interesse continuano tra paesi e borghi immersi nelle colline e nella dorsale appenninica.
L’area naturale protetta del Parco di Colfiorito caratterizzata dalla presenza della Palude, sosta per varie specie di uccelli migratori e stanziali. In questa frazione abbiamo la sede del Parco Naturalistico con una esposizione ornitologica e un Museo archeologico (MAC) dove sono esposti reperti dell’antico Popolo Umbro e della la civiltà Plestina.
Il territorio collinare è interessato dalla fascia olivata che va da Assisi a Spoleto ed ha ottenuto il riconoscimento di Patrimonio agricolo di rilevanza mondiale della Fao. Sul sentiero che si snoda nella fascia olivata troviamo l’abitato di Pale racchiuso in gran parte all’interno del castello. Al centro la Parrocchia di San Biagio, patrono dei cardatori di lana, protettore dei gualchieri. All’interno del paese possiamo trovare le Grotte dell’Abbadessa scoperte nel ‘700. La roccia che sostiene l’abitato di Pale scende verso la valle della l’Altolina creando un salto naturale del fiume Menotre, con le suggestive cascate. Dal paese, risalendo il costone si arriva all’Eremo di Santa Maria Giacobbe con affreschi del XIV e XV sec.
Come non visitare il paese di Rasiglia un borgo attraversato dalle acque che sgorgano dalla sorgente Capovena che la rende unica e affascinante meta molto ambita da tanti turisti.
Infine la bellissima Abbazia di Sassovivo, imponente alla vista, arroccata alle pendici del Monte Aguzzo con la sua mole di pietre calcaree si staglia sul cupo bosco di lecci che ricopre le pendici dei monti circostanti. È una delle più antiche testimonianze della presenza benedettina nella Valle Umbra.