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Tappa

8

Domenica 14
Luglio 2024

117 km
Dislivello 2500 mt

Tudor Partenza tra

G ::

Pescara -

L'Aquila

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Tappa finale di montagna. Prima parte tutta a salire attraverso Cepagatti, Civitaquana e Brittoli fino alla Forca di Penne. Si scala in seguito la salita più impegnativa di giornata a Castel del Monte ai piedi del Gran Sasso per scendere leggermente su Calascio e Santo Stefano di Sessanio. L’ultima lunga discesa di quasi 20 km porta alle porte di L’Aquila dove il breve strappo di Acquasanta fa da preludio alla volatina finale sul rettilineo della Villa Comunale dove è già arrivato diverse volte il Giro d’Italia.
Ultimi km
Si lascia la ss.17 ai -6 km dall’arrivo e si affronta la salita di via della Polveriera con pendenze attorno al 5-6% e punte del 9%. La discesa successiva termina con una svolta secca verso destra ai 2 km dall’arrivo. A 1500 m la strada inizia a salire. L’ultimo km ha una pendenza attorno al 7% con una punta dell’11% poche centinaia di metri prima di immettersi nel rettilineo finale. La retta di arrivo misura 400 m (larghezza 7 m) in ascesa al 7% su asfalto.

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Città di:

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Pescara

Panoramica

La prima cosa che ti invitiamo a fare quando arrivi in città è salire sul Ponte del mare, leggero gioiello posato dove il fiume Pescara si abbraccia al mare. È così che si apre allo sguardo “la sorpresa della verde, ricca Pescara, che a momenti ha il colore della malachite…e avverti la luce marina di tutte le cose”. La si definisce spesso nuovissima ma la sua parte più antica affonda le radici nelle fondamenta della fortezza cinquecentesca che presidiava il fiume. La sua parte più recente, nata nel 1806 attorno alla cappella contenente una miracolosa immagine della Vergine di cui oggi rimane l’alto campanile barocco, si allunga a nord del Pescara nella stretta e fertile fascia di terra tra le colline e il mare protetta, sullo sfondo, da “quelle montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere” che sono il Gran Sasso e la Majella. Terra di grande carattere, “dove ti pare di arrivare come d’improvviso, attraversando le ripide gole e gli ampi altopiani dell’Appennino”, terra di furiose aspirazioni e disarmante sensualità di cui si è alimentata la poesia di Gabriele d’Annunzio e la riflessione acuta e tagliente di Ennio Flaiano, oggi Pescara continua a crescere, innovativa e intraprendente come porta dell’Adriatico.

Gastronomia

La tradizione gastronomica della città di Pescara pone le sue basi su una copiosa quantità di prodotti tipici e di piatti caratterizzanti.

Il brodo con il cardone è un appuntamento fisso nei menù natalizi. Oltre ai tradizionali maccheroni alla chitarra è da segnalare la singolare pasta alla mugnaia, inizialmente chiamata molinara in virtù dei mulini ad acqua presenti già dal Medioevo lungo il fiume Fino e dai quali derivava la farina che, impastata con l’acqua, rappresentava l’unico ingrediente della pasta.

Dal pianeta mare una posizione d’eccellenza spetta al gustoso brodetto di pesce. Tra le pietanze a base di carne gli arrosticini di carne ovina, le famose rustell, meritano la posizione più alta del podio.

Nel regno dei formaggi una menzione speciale spetta al pecorino di Farindola. Famoso già in epoca romana (Plinio il Vecchio lo riteneva uno dei più prelibati formaggi mai presentati sulla tavola dell’Imperatore) ha rischiato di scomparire sul finire del secolo scorso dopo le grandi emigrazioni del dopoguerra. La sua preparazione è esclusiva prerogativa delle donne che se ne tramandano la memoria, salvaguardando la tradizione di un formaggio dal gusto prezioso, unico in Italia (e forse al mondo), preparato con il caglio di suino.

Il fagiolo Tondino del Tavo, dalla forma tondeggiante, viene prodotto nell’omonima vallata ed è considerato la ricchezza di un’intera comunità. Specifici contorni sono anche i pipindun e ove e la cipollata.

Gli uliveti delle colline pescaresi garantiscono la produzione di una prestigiosa qualità di olio di oliva, speciale valore aggiunto di ogni singola preparazione e ottimo da gustare semplicemente con il pane.

Tra i dessert un primato d’onore spetta al Parrozzo. Nato come cibo povero con il nome di pan rozzo, veniva preparato con la sola farina gialla di granturco, a simulare verosimilmente la presenza delle uova, e veniva cotto nel forno a legna. Soltanto nel 1920 il pasticcere Luigi D’Amico impreziosì il pan rozzo con uova, farina di mandorle e aromi di agrumi, ricoprendolo di cioccolato per rievocare l’immagine del pane bruciacchiato nella cottura a legna e conferendogli la caratteristica forma semisferica. È nato così il Parrozzo, semplice e raffinato, “chiù doce de qualunqua cosa ddóce” come declamato da Gabriele d’Annunzio nel manoscritto che viene tutt’oggi riprodotto in ogni confezione.

Vino e Bevande

L’eccellenza della vite e del vino delle terre pescaresi, testimoniata sin dal Medioevo, è dovuta alla storia delle regioni collinari le cui caratteristiche naturali, climatiche, fisiche e chimiche determinano un terroir che consente la produzione di un vino unico e specifico, identitario della propria territorialità.

La nobile famiglia Valentini, di origine spagnola, dà il nome all’omonima antica Cantina, la più prestigiosa del territorio abruzzese, famosa in Italia e nel mondo per l’elevata qualità dei suoi vini Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano d’Abruzzo. Quest’ultimo nel 2012 ha ottenuto il titolo di Miglior vino d’ Italia.

L’arte vinicola della Cantina Bosco ha inizio nel 1897 tra i colli pescaresi, da cui origina il “rosso dei colli”. I vigneti garantiscono la produzione di ottimi vini prevalentemente rossi. La cantina BOSCO esporta già da 50 anni i suoi vini all’estero verso cui è destinato oggi il 60 per cento della produzione annuale.

“Qualità totale, dal grappolo al vetro” è il motto della Cantina Zaccagnini, che arriva a produrre fino a 3 milioni di bottiglie all’anno destinate dentro e fuori i confini nazionali. L’arte vinicola è intesa come vera opera artistica: la stessa etichetta presente in tutte le bottiglie è stata realizzata da Pietro Cascella.

I vigneti della Cantina Valle Reale, posizionati ad elevate altitudini, in territori boscosi, ricchi di biodiversità e abbracciati da parchi naturali, danno vita a due viticolture diverse, dovute ai diversi caratteri climatici, entrambi caratterizzati dalle notevoli escursioni termiche che consentono alle uve di mantenere inalterate le loro essenze e le loro freschezze.

Sono da segnalare inoltre la Cantina De Fermo, da vigneti di agricoltura biodinamica, e la Cantina del Podere Castorani, rilevata nel 1998 dall’ex pilota di Formula 1 Jarno Trulli.

Le terre pescaresi danno i natali a due liquori di grande levatura: l’Aurum che, ottenuto dall’essenza di una varietà di arance abruzzesi con brandy italiano invecchiato, deve il suo nome a due parole latine che ne enfatizzano colore e gusto: Aurum (oro) e Aurantium (arancia), e il Centerba Toro, ottenuto dalla macerazione di erbe delle montagne abruzzesi e di preziose spezie orientali, oggi apprezzatissimo dopo pasto e un tempo utilizzato anche come medicamento per via della sua elevata gradazione alcolica (70°).

Punti di Interesse

Il viaggio nella città attraverso i suoi luoghi più significativi parte dal monumentale Palazzo di Governo decorato da pregiati marmi e collezioni di opere d’arte tra le quali La figlia di Iorio di Francesco Paolo Michetti, grande tempera su tele di sacco cucite tra loro e da cui Gabriele d’Annunzio si lascerà ispirare per la sua famosa omonima tragedia: la città la considera patrimonio comune e in essa riconosce la forza delle proprie radici e la propria misura antropologica. Subito dopo si è pronti ad attraversare il Ponte Risorgimento sul fiume che si avvicina ormai al mare. Stiamo per immergerci nella Pescara più antica e incontrare le case natali dei Cascella, di Ennio Flaiano e di Gabriele d’Annunzio in via Manthonè e in via delle Caserme dove il Museo delle Genti d’Abruzzo è una delle realtà nazionali specializzate nello studio degli aspetti etno-antropologici della storia d’Abruzzo e dei popoli dell’Italia Centrale. Solo pochi passi per approdare in quella Piazza Garibaldi in cui, nel Circolo Aternino, le migliori intelligenze della Pescara dei primi del ‘900 già nutrivano la visione della contemporanea Pescara città metropolitana. Più a sud ci aspettano i deliziosi quartieri liberty immersi nella Pineta dannunziana in cui l’Aurum, complesso architettonico di grande pregio, da innovativo centro di villeggiatura per la nascente borghesia pescarese nel primo decennio del 1900, si è evoluto prima in quella visionaria fabbrica di liquori che per la prima volta in Italia fece sintesi di innovazione di prodotto e di cultura e ora aspira a diventare industria culturale, al servizio di giovani startup che guardano all’Europa. Sul percorso si incontra il nuovissimo Museo dell’Ottocento che ospita una preziosa collezione di opere dell’Ottocento italiano e francese con sede nello storico edificio dell’ex Banca d’Italia. E poi si proceda, riguadagnando la splendida passeggiata in Riviera dove il Museo del Mare, con i nuovi allestimenti immersivi, sarà presto un punto di riferimento per la storia e il futuro scientifico e storico- antropologico del mare Adriatico. Seguendo lo skyline del Ponte del mare si incontra aperta su mare, direttamente sulla spiaggia, L’Approdo alla nave, la bianca Nave di Pietro Cascella, con la prua rivolta al viaggio come i pescaresi, sempre pronti però anche al ritorno.

Attraverso l’intimo corso Umberto ci si può fermare ad ammirare commossi la delicata bellezza di Villa Urania, villa ottocentesca in stile eclettico, che ospita, la Collezione Paparella Treccia Devlet, composta da 151 selezionati capolavori della maiolica artistica di Castelli. Ma in seguito, dopo essersi piacevolmente spaesati di fronte alle linee gotiche della Basilica del Sacro Cuore, si è pronti a guardare al futuro reinterpretato attraverso i segni dell’arte contemporanea nell’IMAGO Museum, nello splendido Palazzo monumentale dell’EX Banco di Napoli che dialoga, in un gioco di epoche che si attirano e  si superano, con le linee Liberty del raffinato Palazzetto Imperato.

La nuova Stazione Centrale è a due passi per ripartire, ma Pescara offre altri preziosi scrigni di bellezza ottocentesca, liberty e post-moderna ed è certa che ritornerete molto presto.

L'Aquila

Panoramica

L’Aquila, capoluogo d’Abruzzo, è un’antica città le cui origini risalgono al 1254. Insigne per storia e per monumenti, conobbe un periodo di straordinaria fioritura economica durante tutto il Medioevo e fino al XVI secolo, divenendo la seconda città del Regno di Napoli. Alle evidenze monumentali fa da cornice un contesto naturalistico di rara suggestione, poiché la città sorge ai piedi del massiccio del Gran Sasso d’Italia, circondata da un habitat montano ricco di particolarità boschive e faunistiche e da borghi e castelli di notevole rilevanza storica e monumentale, in un territorio che è inserito in due parchi nazionali.

Gastronomia

La città dell’Aquila e il suo territorio presentano numerose eccellenze enogastronomiche. Lo zafferano, le lenticchie di Santo Stefano, oltre a diversi tipi di legumi autoctoni, e il torrone, dolce tipico della tradizione natalizia, spiccano su tutti.

Molto note anche altre tipicità del territorio, quali latticini, formaggi e salumi, che presentano lavorazioni peculiari, oltre a liquori, tra cui è particolarmente apprezzato quello alla genziana.

Punti di Interesse

Il primo itinerario cittadino inizia dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio, dichiarata monumento nazionale già nel 1902, considerata la massima espressione dell’architettura abruzzese. Fondata nel 1288 da Pietro del Morrone (che qui venne incoronato papa Celestino V il 29 agosto 1294), la basilica ha una lunga aula a tre navate con transetto, conchiusa da tre absidi.

Dal piazzale di Collemaggio ci si sposta in direzione sud per 200 metri e si raggiunge il Parco del Sole, di grande valenza naturalistica: quasi 4 ettari con robinie, cipressi, pini domestici, alberi di Giuda, cedri e ippocastani.

Il secondo itinerario inizia dalla chiesa di S. Maria del Soccorso, posta a nord-est, fuori le mura cittadine. Costruita alla fine del XV sec., colpisce per l’originale sintesi tra elementi medievali e rinascimentali e la riproposizione della bicromia bianco/rosa a liste orizzontali; la pianta è a croce greca, caratterizzata dalla presenza di due torrioni. Spostandosi in direzione nord-est su viale Panella e poi a sinistra su via Pescara, si arriva a Porta Castello, eretta contemporaneamente al Forte spagnolo (XVI sec.), mostra gli stemmi della Casa d’Austria e di Carlo V. Subito a destra, entrando nel Parco, si può apprezzare l’imponenza del castello, che costituisce un particolarissimo esempio di architettura militare cinquecentesca. Nei pressi si trova anche l’Auditorium del Parco, progettato da Renzo Piano e donato alla città dopo il sisma 2009: moderna struttura in legno per concerti e spettacoli teatrali. Uscendo su Piazza Battaglione Alpini si incontra la Fontana Luminosa, uno dei monumenti-simbolo. Percorrendo 100 metri su via Tre Spighe, si raggiunge il Convento di Sant’Amico, di fondazione medievale.

Tornando alla Fontana Luminosa si imbocca corso Vittorio Emanuele, per incontrare, a sinistra dopo circa 100 metri, la Fontana del Nettuno, costruita nel 1881 per dare lustro alla memoria della regina Margherita d’Austria. Ancora 200 metri e si arriva ad incrociare via Verdi, che porta al Teatro Comunale, un bell’edificio della seconda metà del XIX sec., con struttura interna e platea a ferro di cavallo per 600 posti. La strada è chiusa dal fianco sinistro dell’imponente basilica di San Bernardino, eretta nel XV sec.

Il terzo itinerario inizia da Piazza Duomo, centro sociale e religioso della città, realizzata a partire dal XIII secolo in concomitanza con l’edificazione della cattedrale di San Massimo (duomo), la cui facciata attuale è in stile neoclassico (fine XIX sec.), con la parte superiore e le due torri campanarie aggiunte nel 1928.

Sul lato sinistro della piazza si trova la chiesa di Santa Maria del Suffragio, edificata dopo il sisma del 1703 in ricordo delle vittime del grande terremoto e restaurata, dopo il 2009, grazie al contributo del Governo Francese. La piazza è arricchita della presenza di due fontane, realizzate in pietra locale da Nicola D’Antino con l’aggiunta delle due statue gemelle in bronzo. In pochi minuti si raggiunge da qui piazza Palazzo, con Palazzo margherita (XVI secolo), restituito di recente alla città come Residenza Municipale.

L’ultimo itinerario cittadino inizia da Porta di Poggio Santa Maria, detta anche Porta della Stazione. È l’ultimo ingresso realizzato nelle mura urbiche in seguito alla costruzione della stazione ferroviaria (XIX sec.). Il sistema delle mura si snodava per circa 4 km lungo il quale si aprivano ben 12 porte con 86 torri; erano collegate da due assi viari che dividevano la città in 4 quarti. Tra le principali porte c’era anche Porta Rivera. Sita 400 metri più a est su via Tancredi da Pentima, è stata ricostruita dopo il sisma del 1703. Sulla destra si trova la scenografica Fontana delle 99 Cannelle (XIII sec.), il monumento civile più antico della città, a pianta trapezoidale, di notevole impatto prospettico. Secondo la tradizione, le cannelle rappresenterebbero i novantanove castelli che, nel XIII secolo, parteciparono alla fondazione dell’Aquila. Risalendo i gradoni della Fontana ci si trova di fronte la chiesa di San Vito alla Rivera.  Nei pressi si trova l’ingresso del Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA). Istituito agli inizi degli anni ’50 nella storica sede del forte spagnolo; oggi ospita in sette sale un corredo di opere altamente rappresentativo dell’arte abruzzese, dalle antiche civiltà degli Abruzzi fino al barocco, con reperti archeologici, sculture e pitture.

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