Gastronomia
La città dell’Aquila e il suo territorio presentano numerose eccellenze enogastronomiche. Lo zafferano, le lenticchie di Santo Stefano, oltre a diversi tipi di legumi autoctoni, e il torrone, dolce tipico della tradizione natalizia, spiccano su tutti.
Molto note anche altre tipicità del territorio, quali latticini, formaggi e salumi, che presentano lavorazioni peculiari, oltre a liquori, tra cui è particolarmente apprezzato quello alla genziana.
Punti di Interesse
Il primo itinerario cittadino inizia dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio, dichiarata monumento nazionale già nel 1902, considerata la massima espressione dell’architettura abruzzese. Fondata nel 1288 da Pietro del Morrone (che qui venne incoronato papa Celestino V il 29 agosto 1294), la basilica ha una lunga aula a tre navate con transetto, conchiusa da tre absidi.
Dal piazzale di Collemaggio ci si sposta in direzione sud per 200 metri e si raggiunge il Parco del Sole, di grande valenza naturalistica: quasi 4 ettari con robinie, cipressi, pini domestici, alberi di Giuda, cedri e ippocastani.
Il secondo itinerario inizia dalla chiesa di S. Maria del Soccorso, posta a nord-est, fuori le mura cittadine. Costruita alla fine del XV sec., colpisce per l’originale sintesi tra elementi medievali e rinascimentali e la riproposizione della bicromia bianco/rosa a liste orizzontali; la pianta è a croce greca, caratterizzata dalla presenza di due torrioni. Spostandosi in direzione nord-est su viale Panella e poi a sinistra su via Pescara, si arriva a Porta Castello, eretta contemporaneamente al Forte spagnolo (XVI sec.), mostra gli stemmi della Casa d’Austria e di Carlo V. Subito a destra, entrando nel Parco, si può apprezzare l’imponenza del castello, che costituisce un particolarissimo esempio di architettura militare cinquecentesca. Nei pressi si trova anche l’Auditorium del Parco, progettato da Renzo Piano e donato alla città dopo il sisma 2009: moderna struttura in legno per concerti e spettacoli teatrali. Uscendo su Piazza Battaglione Alpini si incontra la Fontana Luminosa, uno dei monumenti-simbolo. Percorrendo 100 metri su via Tre Spighe, si raggiunge il Convento di Sant’Amico, di fondazione medievale.
Tornando alla Fontana Luminosa si imbocca corso Vittorio Emanuele, per incontrare, a sinistra dopo circa 100 metri, la Fontana del Nettuno, costruita nel 1881 per dare lustro alla memoria della regina Margherita d’Austria. Ancora 200 metri e si arriva ad incrociare via Verdi, che porta al Teatro Comunale, un bell’edificio della seconda metà del XIX sec., con struttura interna e platea a ferro di cavallo per 600 posti. La strada è chiusa dal fianco sinistro dell’imponente basilica di San Bernardino, eretta nel XV sec.
Il terzo itinerario inizia da Piazza Duomo, centro sociale e religioso della città, realizzata a partire dal XIII secolo in concomitanza con l’edificazione della cattedrale di San Massimo (duomo), la cui facciata attuale è in stile neoclassico (fine XIX sec.), con la parte superiore e le due torri campanarie aggiunte nel 1928.
Sul lato sinistro della piazza si trova la chiesa di Santa Maria del Suffragio, edificata dopo il sisma del 1703 in ricordo delle vittime del grande terremoto e restaurata, dopo il 2009, grazie al contributo del Governo Francese. La piazza è arricchita della presenza di due fontane, realizzate in pietra locale da Nicola D’Antino con l’aggiunta delle due statue gemelle in bronzo. In pochi minuti si raggiunge da qui piazza Palazzo, con Palazzo margherita (XVI secolo), restituito di recente alla città come Residenza Municipale.
L’ultimo itinerario cittadino inizia da Porta di Poggio Santa Maria, detta anche Porta della Stazione. È l’ultimo ingresso realizzato nelle mura urbiche in seguito alla costruzione della stazione ferroviaria (XIX sec.). Il sistema delle mura si snodava per circa 4 km lungo il quale si aprivano ben 12 porte con 86 torri; erano collegate da due assi viari che dividevano la città in 4 quarti. Tra le principali porte c’era anche Porta Rivera. Sita 400 metri più a est su via Tancredi da Pentima, è stata ricostruita dopo il sisma del 1703. Sulla destra si trova la scenografica Fontana delle 99 Cannelle (XIII sec.), il monumento civile più antico della città, a pianta trapezoidale, di notevole impatto prospettico. Secondo la tradizione, le cannelle rappresenterebbero i novantanove castelli che, nel XIII secolo, parteciparono alla fondazione dell’Aquila. Risalendo i gradoni della Fontana ci si trova di fronte la chiesa di San Vito alla Rivera. Nei pressi si trova l’ingresso del Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA). Istituito agli inizi degli anni ’50 nella storica sede del forte spagnolo; oggi ospita in sette sale un corredo di opere altamente rappresentativo dell’arte abruzzese, dalle antiche civiltà degli Abruzzi fino al barocco, con reperti archeologici, sculture e pitture.